Acido di Caro e1616347584851

Acido di Caro: proprietà, sintesi, reazioni, usi

L’acido di Caro, il cui nome I.U.P.A.C. è acido perossisolforico, è un acido inorganico la cui formula è H2SO5 che presenta la struttura

220px da Chimicamo
acido perossisolforico

L’acido di Caro fu descritto per la prima volta nel 1898 dal chimico tedesco Heinrich Caro da cui prese il nome.

Proprietà

È un solido cristallino bianco, solubile in acqua, altamente reattivo, molto instabile che si decompone alla temperatura di 45°C. Le soluzioni contenenti l’acido di Caro sono limpide, incolori, molto viscose e hanno una consistenza oleosa la cui densità è compresa tra 1.7 e 1.8 g/mL.

È uno dei più forti agenti ossidanti conosciuti avendo un valore relativo al potenziale standard di riduzione di + 2.51 V

Il prodotto commerciale contiene parti uguali di acido di Caro e acido solforico in presenza di perossido di idrogeno ed è noto come soluzione piranha. Ha geometria tetraedrica e in esso lo zolfo presente numero di ossidazione +6.
È un acido diprotico che presenta un protone molto acido e il secondo poco acido.

Sintesi dell’acido di Caro

Viene ottenuto dalla reazione:

  • tra acido solforico e perossido di idrogeno secondo la reazione:
    H2SO4 + H2O2→ H2SO5 + H2O
  • tra acido clorosolforico e perossido di idrogeno secondo la reazione:
    HSO3Cl + H2O2→ H2SO5 + HCl

Reazioni

L’acido di Caro viene utilizzato per trasformare lo ione cianuro utilizzato nel processo di liscivazione per la sua capacità di complessare l’oro, nello ione cianato:
H2SO5 + CN → H2SO4 + CNO

Reagisce con gli eteri e i chetoni per dare molecole altamente instabili ed esplosive come il perossido di acetone.
A seguito di trattamento con basi forti si ottengono i perossisolfati  HSO5 che sono ossidanti versatili in grado di ossidare le aldeidi ad acidi carbossilici, i solfuri a solfoni.

Usi

L’acido di Caro viene utilizzato per rimuovere materiali organici dalla vetreria di laboratorio e, insieme ai suoi sali quali disinfettante per piscine.

I sali di ammonio, di sodio e di potassio vengono utilizzati quali iniziatori nelle reazioni di polimerizzazione.

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