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Itterbio: proprietà, reazioni, usi

L’itterbio è un elemento appartenente alla serie dei lantanidi con configurazione elettronica [Xe] 4f14,6s2 che si trova, unitamente ad altri elementi delle terre rare in minerali quali monazite, euxenite e xenotime

Storia dell’itterbio

L’itterbio fu isolato nel 1878 dal chimico svizzero Jean Charles Galissard de Marignac all’Università di Ginevra.

Nel 1843 dai minerali furono ottenuti l’erbio e il terbio e nel 1878 de Marignac separò l’itterbio dall’erbio riscaldando il nitrato di erbio fino alla decomposizione, quindi estrasse il residuo con acqua e ottenne due ossidi: uno rosso che era ossido di erbio e uno bianco che sapeva doveva essere l’ossido di un nuovo elemento che chiamò itterbio e nel 1907 si comprese che la sostanza conteneva anche il lutezio.

Solo nel 1953 si riuscì ad ottenere un campione puro del metallo.

Proprietà

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È un metallo tenero, duttile, malleabile con una superficie lucida e brillante. Si ossida lentamente all’aria, ricoprendosi di ossido  che forma uno strato superficiale protettivo che passiva il metallo. È più reattivo degli altri lantanidi e presenta numeri di ossidazione +1, +2 e + 3 sebbene quest’ultimo sia il numero di ossidazione più stabile.

Reazioni

Reagisce con:

  • acqua per dare idrossido di itterbio e idrogeno:
    2 Yb(s) + 6 H2O(l) → 2 Yb(OH)3(aq) +3 H2(g)
  • ossigeno per dare l’ossido :
    4 Yb(s) + 3 O2(g) → 2 Yb2O3(s)
  • alogeni per formare i rispettivi alogenuri secondo la reazione generale:
    2 Yb(s) + 3 X2(g)→ 2 YbX3(s)
  • acido solforico per dare il solfato di itterbio e idrogeno:
    2 Yb(s) + 3 H2SO4(aq)→ Yb2(SO4)3(aq) + 3 H2(g)

Una sua soluzione ammoniacale  reagisce con complessi metallo carbonili per dare i corrispondenti carbonilmetallati.

Usi

Esso viene utilizzato:

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