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Melatonina: struttura, funzioni

La melatonina ovvero la N-acetil-5-metossitriptammina è un ormone  prodotto dalla ghiandola pineale posta alla base del cervello a partire dal triptofano in base all’alternanza luce-buio e la sua secrezione influenza il ritmo sonno-veglia.

Il nome melatonina era inizialmente correlato alla sua capacità di aggregare granuli di pigmento melanina nei cromatofori della pelle di rana e pesce. Per più di 30 anni, si è ipotizzato che la melatonina fosse prodotta esclusivamente nella ghiandola pineale degli animali, in cui essa agisce come neurormone; tuttavia, oggigiorno è noto che la melatonina è prodotta anche da diversi organismi appartenenti ai domini Eukaryota e Bacteria.

La sua ampia distribuzione ha supportato la teoria secondo cui questa sostanza sia  un’antica molecola mantenuta durante l’evoluzione di tutti gli organismi

 

Struttura della melatonina

Ha  formula C13H16N2O2  e un peso molecolare di 232.28 g/mol e densità di 1.175 g/cm3 e il suo punto di fusione varia tra 116.5 °C e 118 °C.

La molecola presenta un gruppo N-acetile e un gruppo indolico legato a un gruppo metossi; quando ne fu scoperta la struttura fu smentita la teoria in base alla quale nei mammiferi non esistessero indoli legati a gruppi metossi.  Poiché è originato a partire da una molecola di triptofano, è classificata come un composto indolamminico.

Inoltre, il gruppo 3-ammidico e il gruppo 5-alcossilico sono anche i principali responsabili dell’anfifilicità di questa molecola. Questa proprietà rende quindi la melatonina in grado di attraversare le membrane biologiche ed entrare in qualsiasi compartimento cellulare e subcellulare consentendo non solo la sua facile distribuzione ma anche un’elevata protezione contro lo stress ossidativo in vari compartimenti cellulari

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La sua produzione è infatti influenzata dalla rilevazione della luce da parte della retina dell’occhio. La presenza di luce inibisce la secrezione dell’ormone quindi nel corso della giornata i livelli di melatonina sono bassi.  La retina  infatti rileva grandi quantità di luce mentre la secrezione aumenta gradualmente nel corso della notte seguendo quindi un ritmo circadiano.

Negli anni ’50 dello scorso secolo Aaron Lerner e il suo team di ricercatori erano interessati alle patologie che provocavano la pigmentazione cutanea come ad esempio la vitiligine e alle affezioni della pelle.

Nell’ambito delle loro ricerche gli scienziati riuscirono per la prima volta ad isolare la melatonina dalla ghiandola pineale nel 1958 sperando, inutilmente, che potesse essere utile per raggiungere i loro obiettivi.

Funzioni

Fu solo negli anni ’90 dello scorso secolo che fu scoperto che ha potere antiossidante e poteva essere impiegata nel trattamento dell’insonnia.

La scoperta delle potenzialità della melatonina hanno coinvolto molti studiosi. Si riteneva che potesse essere una vera e propria panacea in grado di curare gravi patologie quali:

  • AIDS
  • cancro
  • Alzheimer
  • Parkinson

ma in breve tempo si è compreso che purtroppo era inefficace per tali patologie.

Tuttavia la melatonina costituisce un principio attivo di molti integratori alimentari e largamente usata, senza prescrizione medica, per la cura dell’insonnia.

Essa tuttavia non è priva di effetti collaterali specialmente nei consumatori abituali ed inoltre sebbene la melatonina sintetica sia chimicamente identica alla melatonina naturale, gli integratori alimentari commercialmente disponibili possono contenere riempitivi, inerti e altri ingredienti che possono causare effetti non facilmente prevedibili.

Secondo molti studi sarebbe scarsamente inefficace nella cura dell’insonnia e, nei soggetti che dichiarano di trovarne beneficio, avrebbe un effetto placebo.

La melatonina avrebbe una certa efficacia in casi particolari ovvero in soggetti:

  • costretti a lavorare di notte
  • che viaggiano cambiando continuamente il fuso orario
  • anziani in quanto la secrezione dell’ormone tende a diminuire con l’avanzare dell’età.

In sintesi sarebbe meglio assumere melatonina pura onde evitare gli effetti di altre sostanze eventualmente aggiunte, stare attenti al dosaggio evitando l’assunzione per periodi prolungati e seguire le indicazioni del medico.

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