Cloruro di mercurio (I): sintesi, reazioni
Il cloruro di mercurio (I) detto sublimato corrosivo ha formula Hg2Cl2 essendo costituito da uno ione Hg22+ e da due ioni Cl– la cui struttura è rappresentata in figura
Il più grande alchimista musulmano Abū Mūsā Jābir ibn Ḥayyān al-Azdī noto con il nome di Gerber ottenne per la prima volta questo composto dalla sublimazione del mercurio in presenza di cloruro di sodio.
Il chimico tedesco Johann Kunke nel 1716 trovò che esso poteva essere preparato sublimando una miscela di solfato di mercurio (II) e cloruro di sodio. Qualche decade più tardi fu utilizzato da Gerard van Swieten in un preparato per la cura della sifilide.
Il trattamento divenne popolare alla fine del XVIII secolo. Gli effetti collaterali dovuti alla tossicità del composto erano attribuiti alla malattia.
Nel 1810 uno dei più grandi chimici di tutti i tempi, il britannico Humphry Davy, determinò inizialmente la struttura del cloruro di mercurio (II). Solo successivamente determinò quella del cloruro di mercurio (I).
Sintesi cloruro di mercurio (I)
Si presenta come un solido bianco poco solubile in acqua. Esso ha un prodotto di solubilità Kps= 1.3 ∙10-18 .
Può essere preparato a partire dal mercurio metallico e cloruro di mercurio (II) secondo la reazione di comproporzione:
Hg + HgCl2 → Hg2Cl2
Reazioni
In presenza di ammoniaca dà luogo a una reazione di disproporzione con formazione di mercurio metallico e di mercurio amidocloruro di colore bianco che precipita secondo la reazione:
Hg2Cl2(s)+ 2 NH3(aq)→ Hg(l) + HgNH2Cl(s) + NH4Cl(aq)
Reagisce con il cloruro di stagno (II) per dare mercurio metallico e cloruro di stagno (IV) secondo la reazione:
Hg2Cl2 + SnCl2 → Hg + SnCl4
In campo analitico è usato come elettrodo detto a calomelano che si basa sulla seguente semireazione di riduzione:
Hg2Cl2(s) +2 e– ⇄ 2 Hg(l) + 2 Cl–(aq)
Stante la sua tossicità i suoi usi in campo cosmetico per schiarire la pelle e come additivo nei dentifrici sono definitivamente tramontati.