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MDMA: ecstasy, sintesi, effetti

Con il nome di MDMA ovvero 3,4-metilendiossimetanfetamina appartenente alla categoria delle fenetilamine si indica una sostanza sintetica. Essa è nota con il nome di ecstasy sebbene quest’ultimo termine sia  generalizzato per indicare una vasta gamma di altre sostanze.

MDMA

Mentre fenetilamine senza sostituzione dell’anello si comportano come stimolanti, la sostituzione anello, come nel caso della  MDMA porta ad una modificazione delle proprietà farmacologiche.

Presso i laboratori della Merk nel 1912 si sintetizzò l’MDMA . Essa trovò utilizzo nel corso della prima guerra mondiale per ridurre fame e stanchezza e potenziare la resistenza fisica nei soldati.

Solo negli anni ’50 che  iniziarono i primi test sua sulla tossicità su commissione dell’esercito americano che ne sperimentò gli effetti fornendola ai Marines nella guerra di Corea e successivamente, durante il conflitto vietnamita ne fu permesso  l’uso insieme ad altre sostanze anfetaminiche senza particolari controlli.

Negli anni ’80 che l’ecstasy si affermò come droga per i suoi effetti stimolanti e per lo stato psicologico conseguente.

Solo nel 1985 l’uso della sostanza fu bandito negli USA e successivamente negli altri paesi. Nonostante la proibizione e la prima morte dovuta all’assunzione della sostanza avvenuta nel 1987 l’ ecstasy continua ad essere usata dai giovani soprattutto nelle discoteche mescolata ad un mix di sostanze  come anfetamine, ketamine, LSD, eroina e altre droghe di sintesi.

Ballando per ore ed ore senza sentirsi stanchi in luoghi affollati si rischia il cosiddetto “colpo di calore”: il fisico infatti non riesce a trattenere i liquidi e  la temperatura del corpo può arrivare fino a 40-43ºC,  la pressione aumenta e si può avere un collasso fino alla morte. La maggior parte dei casi di morte, tuttavia, si verifica per incidenti stradali dovuti a colpi di sonno che seguono la sensazione di ebbrezza.

Sintesi

L’ MDMA è sintetizzata a partire dal safrolo ovvero il 6-prop-2-enil-benzo[1,3]diossolo composto aromatico presente in alcuni vegetali quali zafferano, prezzemolo, noce moscata, sassofrasso e cacao.

safrolo

Nei laboratori della Merk dalla reazione tra safrolo con l’acido bromidrico si ottenne il bromosafrolo successivamente convertito in MDMA con la metilammina.

Nei laboratori clandestini dove si sintetizza l’MDMA e i suoi derivati si utilizzano diversi metodi a partire anche da composti diversi rispetto al safrolo. Un esempio è  il 3,4-metilendiossifenilpropan-2-one noto come PMK.

Partendo dal safrolo questo è isomerizzato a isosafrolo ovvero il 6-prop-1-enil-benzo[1,3]diossolo. Questa sostanza ha un’odore simile all’anice e alla liquirizia. Segue l’ossidazione del doppio legame con formazione del corrispondente chetone.

Infine si fa avvenire l’amminazione riduttiva con metilammina che porta alla conversione del gruppo carbonilico a un gruppo amminico con ottenimento dell’MDMA.

Effetti

Nonostante il pericolo nell’assunzione della sostanza e le campagne di informazione i giovani sembrano sottovalutare gli effetti a breve e a lungo termine di questa sostanza.

Infatti i costi bassi, la facilità di assunzione e le pastiglie colorate e accattivanti contenenti il mix spesso micidiale, l’utilizzo diffuso incentivano l’uso della droga.

Adeguati programmi di prevenzione con tutte le informazioni possibili sui danni fisici e psicologici sarebbero molto utili.

Forse una maggiore conoscenza della Chimica potrebbe portare a risultati migliori.

 

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