Xilano
Lo xilano, è un importante polisaccaride strutturale nelle cellule vegetali che si trova nelle pareti cellulari delle piante nelle quali può costituire più del 30% del peso secco. È presente come componente dell’emicellulosa ed è probabilmente il secondo polimero più abbondante nelle piante dopo la cellulosa rappresentando circa un terzo di tutto il carbonio organico rinnovabile sulla terra.
L’assenza di tossicità, l’abbondanza e la biodegradabilità delle emicellulose ne fanno un potenziale substrato per la produzione di oligosaccaridi e altri prodotti a valore aggiunto utilizzati in campo biomedico e farmaceutico.
Le maggiori fonti di xilano sono molte colture agricole come paglia, sorgo, canna da zucchero, stocchi di mais e pannocchie, nonché prodotti di scarto e della polpa da legni duri e teneri. La depolimerizzazione dello xilano che è un polimero complesso diventa un prerequisito per il suo utilizzo efficiente in diverse applicazioni industriali.
Struttura dello xilano
Lo xilano è un polisaccaride la cui struttura, che costituisce il substrato delle xilanasi, è formata da residui di xilosio collegati da legame glicosidico β-(1,4) e recanti catene laterali di acido 4-O-metil glucuronico. La catena principale dello xilano è analoga a quella della cellulosa ma composta da D-xilosio invece che D-glucosio.
![Xilano 12 struttura dello da Chimicamo](https://chimicamo.org/wp-content/uploads/2023/10/struttura-dello-xilano.jpg)
Le ramificazioni sono costituite da L-arabinofuranosio legato alle posizioni 0–3 dei residui di D-xilosio e da acido D-glucuronico o acido 4-O-metil-D-glucuronico legati alla posizione 0–2. Entrambi gli zuccheri presenti nella catena laterale sono legati tramite legame α-glicosidico. Il grado di ramificazione varia a seconda della fonte e gli xilani di diverse specie legnose, in particolare di legni duri, sono acetilati.
Nella struttura dello xilano in cui è presente principalmente D-xilosio come unità monomerica vi sono anche tracce di L-arabinosio. Inoltre, alcuni sostituenti, ovvero i gruppi acetile, arabinosile e glucuronisile si trovano sullo scheletro dello xilano. Si è riscontrata una relazione tra la struttura chimica degli xilani e le loro origini botaniche che comporta un certo grado di complessità dei materiali contenenti xilani che possono differire per caratteristiche più o meno importanti.
Degradazione dello xilano
La depolimerizzazione di questo polimero complesso è un prerequisito per il suo utilizzo efficiente in diverse applicazioni industriali. Analogamente alla cellulosa, la completa degradazione dello xilano richiede anche l’attività sinergica di molti enzimi xilanolitici.
![Xilano 13 cellulosa da Chimicamo](https://chimicamo.org/wp-content/uploads/2023/10/cellulosa.jpg)
La conversione della biomassa lignocellulosica richiede trattamenti che possono essere fisici, chimici, enzimatici o una combinazione delle diverse metodologie. I trattamenti enzimatici sono sicuri dal punto di vista ambientale e quindi più interessanti, e vi è quindi la necessità di caratterizzare gli enzimi e identificare la loro diversità funzionale. Questi enzimi sono prodotti da numerosi organismi, come batteri, alghe, funghi e protozoi.
Le xilanasi sono ampiamente utilizzate come enzimi di degradazione dell’emicellulosa e in processi quali la saccarificazione, la lavorazione dei succhi di frutta, la produzione di carta, di etanolo di seconda generazione, di xilooligosaccaridi e di xilitolo.
![Xilano 14 depolimerizzazione da Chimicamo](https://chimicamo.org/wp-content/uploads/2023/10/depolimerizzazione.jpg)
Le endo-l,4-β-xilanasi, analoghe alle endoglucanasi, separano la struttura polimerica in xilosio e i suoi oligomeri. Le 1,4-β-xilosidasi idrolizzano gli xilo-oligosaccaridi o i frammenti di xilano in xilosio. L’α -glucuronidasi separa le catene laterali del 4-0-metilglucurone dallo scheletro dello xilano e rilascia unità di acido glucuronico mentre l’α -arabinosidasi rimuove le catene laterali dell’l-arabinosio, aumentando notevolmente l’efficacia delle endoxilanasi. Infine l’acetil esterasi rimuove i gruppi sostituenti acetilici dallo xilosio.
Usi
I settori delle biotecnologie di prossima generazione basate sullo xilano sono i biocarburanti, i biomateriali e le applicazioni mediche.
Gli xiloligosaccaridi possono essere prodotti mediante idrolisi enzimatica dello xilano estratto dai rifiuti agricoli e hanno applicazioni in campo medico nel controllo del livello dello zucchero nel sangue, aumentando le difese immunitarie, migliorando la funzione intestinale e riducendo l’affaticamento.
I materiali a base di xilano come idrogel e biofilm sono efficaci nell’immobilizzazione cellulare, nella medicazione delle ferite, nella somministrazione di farmaci, nella prevenzione di malattie neurodegenerative e cardiovascolari e nel trattamento di varie malattie croniche.
Inoltre idrogel e particelle a base di xilano vengono esplorati come prodotti chimici agricoli. Le pellicole hanno dimostrato buone proprietà di barriera ai gas come l’ossigeno, grassi e aromi e pertanto hanno il potenziale per l’applicazione su imballaggi di carta alimentare, in particolare in prodotti lattiero-caseari sensibili all’ossigeno, alimenti grassi, nonché prodotti come spezie e caffè. Inoltre, all’interno degli imballaggi di carta, può impedire la migrazione degli oli minerali dalle fibre riciclate o dagli inchiostri da stampa nei prodotti confezionati.
Uno degli usi meno conosciuti è nel settore automobilistico: quando viene applicato un rivestimento sottile sulla vernice di un’auto, crea uno strato protettivo e ciò fa sì che l’auto sembri più pulita molto più a lungo, ne facilita la pulizia e aiuta anche a proteggere l’auto dalla corrosione.