Inerte chimicamo e1618734989482

Inerti: classificazione, origine e tipi

Gli inerti sono così detti perché la loro perché la loro funzione si limita a conferire compattezza e consistenza alla massa e a determinarne il volume senza prendere parte a nessuna delle reazioni chimiche in cui consiste il processo di presa.

Un’altra importante funzione degli inerti è quella di diminuire il coefficiente di ritiro cioè la riduzione percentuale di volume dopo la presa oltre a ridurre la produzione di calore di reazione durante la presa.

Classificazione

Gli inerti sono, o debbono essere ridotti a dimensioni piuttosto piccole ed una loro caratteristica essenziale è la granulometria  valutabile come diametro dei granelli tanto che una classificazione degli inerti viene fatta a seconda della loro granulometria:

  • Finissimi: < 0.063 mm
  • Fini: 0.063 – 4 mm
  • Grossi > 4 mm
  • Ghiaietto/ pietrischetto: 4-15 mm
  • Ghiaia/ pietrisco: 15-40 mm

Origine

Gli inerti sono materiali incoerenti la cui genesi va collocata nell’erosione di rocce preesistenti ad opera di fattori diversi:

1)      azione chimica degli agenti atmosferici, in particolare O2, CO2 e SO2

2)      azione dilavante delle acque ed abrasiva dei detriti trasportati

3)      azione eolica, che presenta due risvolti: uno meccanico in quanto il vento è esso stesso un fattore di disgregazione, uno chimico in quanto il continuo allontanamento dei prodotti di reazione ed il continuo apporto di nuovi reagenti gassosi favorisce e rende rapide le reazioni responsabili della disgregazione chimica delle rocce

4)      gelività: la formazione di ghiaccio meno denso dell’acqua liquida in crepe e nelle porosità della roccia la frantuma progressivamente

5)      azione di vegetali e animali, in particolare di licheni, di radici, di molluschi che effettuano prima un attacco chimico secernendo sostanze acide che consentono la loro penetrazione e successiva disgregazione meccanica

 

Tipi di inerti

Sabbia. La sabbia è un materiale incoerente, costituito da granelli di varia dimensione e di varia composizione; si tratta di masse detritiche trascinate dalle acque correnti e che dall’azione di queste sono state ridotte alle minime dimensioni. La classificazione delle sabbie può essere effettuata sulla base di diversi criteri, in particolare:

–          provenienza

–          composizione chimica

–          morfologia

relativamente alla provenienza si possono distinguere in:

a)      sabbie di fiume: sono le migliori in quanto il continuo contatto con l’acqua corrente dolce ne assicura la purezza rispetto a sali, polveri ed altre componenti indesiderate

b)      sabbie di mare: contengono polvere e cloruro di sodio per cui sono utilizzabili solo dopo dilavamento con acqua dolce

c)      sabbie di cava: hanno caratteristiche diverse in base alla loro provenienza

d)     sabbia di frantoio: è ottenuta artificialmente mediante macinazione

Rispetto alla composizione le sabbie si suddividono in:

–          silicee le quali sono preferibili da ogni punto di vista in quanto, essendo costituite prevalentemente da SiO2  sono chimicamente inerti e si presentano esenti da impurezze solubili

–          calcaree, costituite in prevalenza da carbonato di calcio, non controindicate per impasti di malta e conglomerati cementizi

–          argillose, controindicate per miscele leganti, in quanto la componente argillosa non lega con calce e cemento, isolando così i granuli dal resto della massa. L’argilla è allontanata per dilavamento prolungato al fine di rendere utilizzabile la sabbia

–          gessose, anch’esse inutilizzabili per la formazione di impasti cementizi perché il gesso rallenta il processo di presa

Le sabbie, affinché siano utilizzabili come materiali da impasto devono essere esenti da sostanze organiche che interferiscono nelle reazioni responsabili della presa.

Ghiaia. La ghiaia, come la sabbia, ha origine dalla disgregazione di rocce preesistenti. Essa è costituita da granuli senza spigoli vivi e, per essere adoperata nel campo dell’edilizia, deve essere liberata da eventuali componenti friabili o suscettibili di imbibirsi d’acqua. Il diametro dei granuli di ghiaia deve essere compreso tra 3 e 20 mm nel caso della ghiaia propriamente detta ed è superiore a questo limite nel caso della cosiddetta ghiaia grossolana.

Pietrisco. Quando non si dispone di ghiaia si utilizza il pietrisco che si ottiene dalla frantumazione delle rocce di cui si compone: ne risulta un materiale simile alla ghiaia differenziandosi solo perché presenta contorni spigolosi. Generalmente si definisce pietrisco il materiale trattenuto da un setaccio con fori di diametro inferiore a 40 mm; si definisce invece pietrischetto quello passante attraverso un setaccio con fori di diametro di 25 mm e trattenuto su fori di 10 mm; si definisce, invece graniglia, il materiale passante attraverso fori di 10 mm e trattenuto da fori di 2 mm. Al di sotto di tale limite di pezzatura il materiale si classifica sabbia.

 

Condividi sui Social