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Api, miele e inquinamento: contaminanti

Le api sono un genere di insetti che da millenni forniscono all’uomo il miele, la pappa reale e la propoli e costituiscono i maggiori impollinatori delle piante permettendone la riproduzione.
Le api sono molto sensibili e, se in condizioni normali percepiscono il profumo dei fiori a distanze rilevanti, in caso di inquinamento questa capacità decresce notevolmente con conseguente minore impollinazione.

Il numero delle api, che sono un indicatore biologico dell’inquinamento ambientale, si è sensibilmente ridotto specialmente nei paesi più industrializzati. Se tale trend dovesse perpetrarsi, la produzione delle piante nel modo diminuirebbe decisamente.

Oltre a questo fenomeno ormai tristemente noto da alcuni anni si è avuto un’altra dimostrazione di come le sostanze inquinanti stiano danneggiando l’uomo compromettendone l’esistenza.

Api e contaminanti

I contaminanti ambientali derivanti dalle attività agricole, urbane e industriali, nonché gli agenti patogeni emergenti e le fluttuazioni climatiche possono avere un impatto negativo sulla vita microbica, vegetale e animale. Recentissimi studi hanno infatti dimostrato che anche il miele prodotto dalle api è contaminato da pesticidi. In particolare, sui campioni esaminati, il 75% contiene neonicotinoidi mentre il 50% è contaminato anche da altre sostanze.

I neonicotinoidi sono insetticidi che hanno soppiantato il DDT il cui sviluppo è iniziato negli anni ’80 dello scorso secolo ma sono stati ampiamente utilizzati a partire dagli anni ’90.

In nome attribuito a tale classe di insetticidi deriva dalla loro somiglianza in termini di struttura chimica alla nicotina il noto stimolante contenuto nelle sigarette. Il meccanismo di azione dei neonicotinoidi comporta la distruzione del sistema nervoso per la stimolazione dei recettori nicotinici.

I neonicotinoidi sono una famiglia di composti a cui appartengono molte specie. Le più comunemente usate sono l’imidacloprid composto bis-eterociclico alogenato che differisce dalla nicotina per geometria, dimensione e per la presenza di un gruppo nitrilimminico

imidacloprid
imidacloprid

L’imidacloprid è un insetticida di tipo sistemico. Esso infatti non agisce per contatto ma è assorbito dalla pianta agendo sugli insetti che si alimentano di parti della pianta stessa.

Gli altri neonicotinoidi sono  thiamethoxam, clothianidin, acetamiprid, dinotefuran, nitenpyram e thiocloprid.

Se da un lato questa classe di composti mostra un ampio spettro di azione e un basso costo, dall’altro pare evidente il danno ambientale.

Rischi

Questi contaminanti possono avere effetti drastici sull’ambiente; possono depositarsi e spostarsi attraverso il suolo, l’acqua e l’aria, accumulandosi nei tessuti corporei e causando fallimento riproduttivo, danni neurotossici e morte. Per quanto attiene il rischio sulla salute umana come capita in questi casi i vari enti presenti nei paesi non concordano sui potenziali effetti sull’uomo e pubblicano risultati spesso discordanti a causa del diverso sistema di classificazione che porta spesso a una mancata univocità nel giudizio.

Sebbene i dati mostrano che queste molecole siano scarsamente tossiche per l’uomo c’è da chiedersi quanto sia completa la conoscenza sugli effetti di tali sostanza.

Inoltre si tenga presente che quando esse sono testate la sperimentazione avviene singolarmente quindi non è comunque dato sapere se un effetto sinergico tra loro o tra una di esse e altre sostanze che sono assunte possano produrre danni sull’uomo.

 

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