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Ormoni della corteccia surrenale

Gli ormoni della corteccia surrenale si distinguono in glucocorticoidi e mineralcorticoidi a seconda che influenzano il metabolismo dei carboidrati o quello idrico-salino. La secrezione degli ormoni della corteccia surrenale, e in particolare quella dei glicocorticoidi, è controllata dall’ormone ipofisario

I mineralcorticoidi esplicano la loro azione attraverso il legame con il recettore cortisolico. Le surreni sono capsule poste sopra i reni e costituite da due zone, quella midollare che secerne adrenalina e quella coricale che secerne numerosi ormoni steroidici.

Il complesso mineralcorticoide-recettore migra poi nel nucleo, dove, influenza l’espressione dei geni responsivi ai mineralcorticoidi. Trattiene sodio nei reni favorendo l’espulsione del potassio, trattenendo così liquidi che sono assorbiti secondo il principio dell’osmosi e aumentano, conseguentemente, la pressione arteriosa. I più importanti mineralcorticoidi naturali sono desossicorticosterone e l’aldosterone, mentre tra i glucocorticoidi i più significativi dal punto di vista biologico sono, tra gli altri,  l’idrocortisone e il cortisone.

Ormoni della corteccia surrenale

Desossicorticosterone

Il desossicorticosterone è usato nella terapia sostitutiva dell’insufficienza corticosurrenale per ristabilire l’equilibrio idrosalino, il volume plasmatico e la pressione arteriosa.

Aldosterone

L’aldosterone è il più importante regolatore del volume dei liquidi extracellulari e del metabolismo del sodio e del potassio.

Idrocortisone e  cortisone

L’idrocortisone e il cortisone sono ormoni della corteccia surrenale e, oltre ad essere attivi nell’insufficienza corticosurrenalica, hanno una elevata attività nel combattere la sintomatologia dell’artrite reumatoide e delle febbri reumatiche. Il cortisone è chimicamente un corticosteroide di formula C21H28O5 ed è il precursore inerte della molecola di cortisolo.

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Il cortisone si ottenne al livello industriale nel 1947  e nel 1950 l’idrocortisone. Il biochimico polacco Tadeusz Reichstein fu insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1950 per aver scoperto e isolato il cortisone

Il cortisone e l’idrocorticone, detti anche steroidi antiflogistici o antinfiammatori hanno trovato applicazione terapeutica in varie forma morbose:

  • malattie reumatiche
  • malattie cutanee
  • manifestazioni allergiche tra le quali l’asma
  • malattie oculari,

Durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti tedeschi facevano uso di un prodotto derivante dagli estratti delle ghiandole surrenali di origine bovina. Dopo numerose ricerche sugli effetti di tali estratti si isolarono dai tessuti otto composti cristallini e  ad essi si assegnò una lettera dell’alfabeto.

Il quinto composto isolato in ordine di tempo, chiamato per questo “E”, aveva un elevato potere antinfiammatorio e ad esso fu dato il nome di cortisone.

Molti pazienti assunsero questo farmaco e nel 1949 fece il giro del mondo la notizia di un uomo artritico che, a seguito dell’assunzione del farmaco, andava in bicicletta.

Tuttavia, anche se il cortisone rappresenta in talune patologie l’unico farmaco efficace, esso presenta numerosi effetti collaterali specie se il farmaco, da usare sotto stretta sorveglianza medica, è somministrato per lunghi periodi e a dosaggi elevati.

Fra i danni riscontrati sono da annoverare l’iperglicemia, l’aumento di peso, l’ipertensione, l’ulcera, l’acne, l’insonnia e gli sbalzi di umore, ma va annoverato la soppressione del sistema immunitario.

Pregnano

Gli ormoni della corteccia surrenale sono derivati del pregnano, idrocarburo tetraciclico di formula C21H36 , analogamente al progesterone rispetto al quale posseggono tutti in più un ossidrile in posizione 21

progesterone mol 1 da ChimicamoAccanto agli ormoni naturali sono stati introdotti nella pratica terapeutica numerosi succedanei semisintetici con effetto antiflogistico potenziato e nei quali l’attività mineralcorticoide, indesiderata in questo tipo di farmaci, è notevolmente ridotta o

addirittura annullata. Le caratteristiche chimiche che differenziano gli ormonoidi antinfiammatori dall’idrocortisone e dal cortisone consistono essenzialmente nella presenza o meno di un doppio legame in posizione 1,2; di un atomo di fluoro in posizione 6α o 9α; di un metile in 6α, 16α o 16β o di un ossidrile in 16α.

Dalle relazioni tra struttura chimica e attività biologica si rileva che l’attività antinfiammatoria si incrementa con:

  • 9α- fluoro-sostituzione
  • 1,2 deidrogenazione
  • attività salino-retentrice è quasi abolita dalla presenza di un metile o di un ossidrile in posizione 16.
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