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Dal biossido di carbonio all’etanolo

Il biossido di carbonio noto come anidride carbonica è un gas che si trova nell’atmosfera e deriva dall’ossidazione di sostanze organiche a seguito della respirazione, decomposizione, fermentazioni naturali o per reazioni di combustione.

A partire dalla Seconda Rivoluzione Industriale, tuttavia le attività umane hanno provocato un lento ma progressivo aumento di questo gas nell’atmosfera. Ciò  ha determinato, anche alla presenza di  altri gas, il riscaldamento del clima terrestre noto come effetto serra.

Già dal 1992 durante la conferenza dell’ONU sull’ambiente e lo sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro si discusse su questa problematica. Da allora  la riduzione dell’emissione dei gas serra fu prevista in molti trattati . Tuttavia forti interessi da parte dei paesi che contribuiscono largamente alla produzione di CO2 hanno  vanificato le buone intenzioni di quanti hanno a cuore un progresso ecosostenibile.

In campo scientifico la ricerca è indirizzata a cercare metodi di cattura, stoccaggio e riciclo di questo gas che attualmente contribuisce per oltre il 55% all’effetto serra.

I ricercatori del Oak Ridge National Laboratory in Tennessee riportano una scoperta avvenuta in modo casuale che consente di convertire il biossido di carbonio in etanolo con l’ausilio di un solo catalizzatore.

Scoperte casuali

Nel corso dei secoli molte scoperte chimiche sono avvenute per caso come ad esempio la penicillina, la  gomma, il cellofan, il post-it, il velcro solo per citarne alcune. Spesso dietro queste scoperte vi sono anni di studio alla ricerca di una sostanza e alla fine se ne è trovata un’altra.

Il neologismo serendipità indica proprio queste scoperte casuali. Secondo il vocabolario Treccani significaLa capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, specialmente in campo scientifico, mentre si sta cercando altro”.

Non ci resta che sperare che questa scoperta avvenuta per caso possa dare il suo contributo alla diminuzione dell’effetto serra.

Il team di ricercatori stava lavorando sulla possibilità di convertire il biossido di carbonio in etanolo. Dal loro lavoro era emerso che il processo era complesso richiedendo molti stadi e diversi catalizzatori.

Hanno costruito un supporto costituito da “spuntoni” di carbonio alti circa 50 nm sui quali vengono depositate particelle di rame che funge da catalizzatore. Su questo dispositivo è fatta passare una soluzione contenente biossido di carbonio. A seguito del passaggio di corrente elettrica avviene la conversione in etanolo con una resa che va dal 63 al 70%.

L’etanolo ottenuto tuttavia può essere a sua volta usato come combustibile generando nuovamente anidride carbonica. Il nuovo obiettivo da raggiungere è quello di ottimizzare la reazione e trovare un metodo per ottenere energia dall’etanolo senza che si sviluppi anidride carbonica.

 

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